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Storia Buggerru

La nascita di Buggerru, nel 1864, è legata alle vicende minerarie della Sardegna sud-occidentale.

Alla fine dell’800 Buggerru contava 6.000 abitanti, ed era diventata una vera e propria cittadina. Possedeva l’ospedale che vantava anche un servizio di farmacia, due sale di ricovero e soprattutto l’energia elettrica; l’assistenza era riservata ai dipendenti delle miniere anzi, all’inizio esclusivamente agli uomini, ma con l’arrivo delle Suore Vincenziane (le quali gestirono la farmacia e l’asilo) essa fu anche estesa alle lavoratrici; la chiesa dedicata al patrono San Giovanni Battista, è in stile neoclassico, ricorda un tempio greco; questa è dotata di camapanile, le cui campane furono fatte suonare per la prima volta nel 1882 da due francesi Monsieur Bourdiol e Jeanne Jacomy; l’ufficio postale esisteva a Buggerru già dal 1 giugno 1879: un incaricato raccoglieva la corrispondenza da spedire e la portava all’ufficio postale di Fluminimaggiore da cui prendeva in consegna quella da distribuire a Buggerru.

Nel 1884 fu istituito a Buggerru un vero e proprio ufficio postale che divenne autonomo con l’attivazione del telegrafo inaugurato il 18 ottobre 1886; la scuola fu istituita nel 1879 e accoglieva dal 1899 tutte le classi elementari (divise in sezioni maschili e femminili). L’edificio scolastico disponeva inoltre di un museo ed una biblioteca. Il programma didattico, oltre alle materie tradizionali prevedeva anche l’apprendimento del lavoro manuale in apposite aiuole, situate vicino alla scuola: si impartivano lezioni pratiche di agricoltura.

A Buggerru oltre ai vari servizi si dava spazio anche all’arte ed allo spettacolo; fu costruito il teatro Perrier che divenne luogo di recite, feste e anche di serate danzanti. Nell’800 fu costituita la banda musicale e in occasione delle feste si esibiva per le strade del paese.

Agli inizi del novecento a Buggerru si registrava la prima automobile immatricolata nella provincia di Cagliari, forse la prima di tutta la Sardegna: era una Decauville di proprietà della società mineraria targata 13-1; (13=provincia di Cagliari) e (1= indicava la prima). Non essendo ancora dotata di meccanismo di retromarcia nel garage della direzione veniva parcheggiata su una piattaforma rotante che azionata al momento opportuno, le permetteva di ritornare in posizione di marcia. Tra i locali più frequentati c’era sicuramente la locanda, ma erano presenti ben cinque sale da ballo distribuite tra Buggerru e Planu Sartu. Il giorno più attesa era certamente il giorno di paga; questo veniva vissuto come un vero giorno di festa a cui accorrevano molte persone di tutta la Sardegna.

 

 

L’ECCIDIO DI BUGGERRRU DEL 1904

Nel settembre del 1904 a Buggerru ebbe luogo la tragica rivolta operaia che costò la vita a tre minatori. La causa scatenante di questo sciopero fu la modifica degli orari di lavoro: la società mineraria reintrodusse il rientro anticipato al lavoro (orario invernale) che comportava una sosta di due ore prima del rientro pomeridiano; nell’orario estivo invece la sosta era di 3 ore. Ma è chiaro che il malcontento era più profondo e riguardava più in generale le condizioni di sfruttamento in cui vivevano i minatori; questi facevano turni massacranti di 10-12 ore senza giorno di riposo, avevano i salari più bassi d’Europa con l’obbligo di pagarsi persino gli strumenti di lavoro (come ad es. l’olio delle lampade). Il 3 settembre del 1904 i minatori, si presentarono al lavoro un’ora più tardi secondo l’orario estivo ma solo dopo la minaccia del licenziamento da parte della direzione inscenarono una protesta. Il 4 settembre giunsero i soldati dopo sette ore di marcia da Iglesias e presero alloggio nella falegnameria, dove alcuni operai non scioperanti stavano preparando l’accampamento. I minatori si sentirono traditi, e dalla folla in rivolta si levò una sassaiola sempre più fitta cui i militari risposero sparando. Lo scontro a fuoco causò la morte di tre morti (Montixi; Littera; Pittau) mentre i feriti furono 11.

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